Notizie storiche e vicende costruttive del Castello di Castiglione

L' alta Valle del Terzolle: contributo alla conoscenza storica di un territorio


1) Il Castello di Castiglione e le sue vicende storiche

2) L'antico Ponte sul Terzolle

3) Documentazione Storico Fotografica della Valle


1) Il Castello di Castiglione e le sue vicende storiche

Situato in posizione preminente rispetto alla valle e adagiato su un poggio formato dalle pendici est della catena dei colli di Monte Morello, il castello di Castiglione rappresenta una delle antichità più significative della zona. Fig.1 - Veduta del Castello di Castiglione - Foto 1976.

Costituito da più corpi di fabbrica, nel suo complesso risente delle ristrutturazioni avvenute nel tempo, che hanno modificato non solo la struttura, ma anche la disposizione interna.

Fig.2 - Veduta aerea Castello e Chiesa di S. Michele a Castiglione - Foto 1976.

Il castello, forse già presente in epoca Longobarda (sec.VIII) (1), era la dimora dell'antica famiglia dei Catilini o Catellini. Alcuni ritenevano che fossero di origine longobarda, mentre altri li consideravano di origine romana (da Catilina). Fin da allora, la famiglia esercitò autorità su vaste proprietà situate nelle Valli del Terzolle e del Mugnone. Tra queste, va sicuramente menzionato anche l'antico borgo fortificato di Cercina Vecchia, di cui esistono antichi documenti medievali che risalgono agli inizi del IX secolo, all'epoca dell'Imperatore Berengiario, e molti altri afferenti al secolo XI, alcuni dei quali riportati a margine delle note.

Questa famiglia diede origine ad altre casate famose ed importanti nella storia fiorentina, tra cui quella dei Filitieri, cioè dei Figli de' Tieri. Era comune per loro adottare il terzo nome, assumendo quello di Castiglione, che corrispondeva alla denominazione del fondo rustico posseduto. I Catellini furono proprietari di case e torri a Firenze e ricoprirono importanti cariche pubbliche. Essendo ghibellini convinti, dovettero subire le conseguenze della sorte della loro fazione, comprese gravi conseguenze come l'espropriazione dei loro beni e l'esilio. Questi nobili dimostrarono un'affezione costante verso i territori su cui esercitarono la loro autorità, e in quei luoghi sono ancora evidenti le tracce e le testimonianze della loro grandezza e magnificenza, soprattutto nelle chiese che proteggevano come patroni (2 ). Essi si prendevano cura di questi luoghi e vi investivano risorse per renderli splendenti e raffinati, lasciando un'impronta indelebile della loro influenza. Le chiese in particolare, beneficiando della loro protezione, erano luoghi di grande importanza e rappresentavano il centro della vita religiosa e sociale delle comunità. Attraverso il loro patronato, questi nobili finanziavano la costruzione e l'abbellimento delle chiese, assicurandosi che fossero opere di magnificenza e grandiosità, esprimendo così il loro potere e la loro ricchezza. Le tracce della loro generosità e del loro impegno per la fede erano evidenti nelle architetture sontuose, negli altari decorati e nelle opere d'arte che adornavano questi edifici sacri. Questa dedizione ai luoghi di loro patronato era un segno di orgoglio e legame con la comunità, ma rifletteva anche il desiderio di lasciare un'eredità duratura che ricordasse la loro grandezza e potenza anche dopo la loro scomparsa. Le chiese erano testimoni tangibili del loro status sociale elevato e del loro ruolo di protettori e benefattori.

Tra tutti i membri della famiglia, spicca con particolare risalto Dante da Castiglione, l'eroe fiorentino che, difendendo la Repubblica, sostenne il duello, il 1° Marzo 1529, insieme a Ludovico Martelli, contro Giovanni Bandini e Bertino Aldobrandi, traditori di Firenze (3). Purtroppo le loro vicende politiche influirono sull'andamento politico, economico e strutturale del castello di Castiglione. Sembra infatti che verso la fine del XIII secolo, quando i Ghibellini furono cacciati da Firenze e i fiorentini si scontrarono duramente con i feudatari del contado, il fortilizio di Castiglione abbia subito gravi danni alle strutture difensive (4).

Tuttavia, è certo che una volta che i Catellini, già proprietari di Cercina, rientrarono in possesso del loro Castello, avvenuto il 7 agosto 1297, come testimoniato dall'atto redatto da Ser Pepo Gherardini da Cerreto, la chiesa di San Michele a Castiglione, originariamente (5) costruita all'interno del Castello, venne demolita a seguito dell'ampliamento e delle ristrutturazioni apportate dai Catellini al fortilizio. Successivamente, venne ricostruita ex novo nel luogo in cui si trova attualmente, cioè al di fuori delle mura e leggermente più a valle della cinta difensiva. La nuova chiesa venne consacrata il 30 aprile dell' anno 1301 (6). Fig.3 - Chiesa di S. Michele a Castiglione - Foto 1975.

Dopo le trasformazioni subite, il castello, originariamente con le sue torri e mura merlate, perse in parte il suo aspetto di “fortilizio” per assumere più quello di una villa "munita" (7). Questo cambiamento si accompagnò a un nuovo ruolo sociale della famiglia, che divenne più aperta e disponibile verso le diverse personalità che transitavano nella valle o nelle sue immediate vicinanze. Durante questo periodo, si registrarono visite importanti, che furono successivamente ricordate negli stemmi e nei dipinti della famiglia. Un affresco di Bernardino Barbatelli, noto come il Poccetti (1542-1612), presente in una delle 22 lunette del chiostro di San Marco a Firenze, ci offre una visione della valle e del castello di Castiglione dopo le modifiche apportate alla fine del XIII sec.. In questo affresco, l'artista ha rappresentato la visita dell'arcivescovo di Firenze, Sant'Antonino Pierozzi, alla Pieve di Cercina e alla Villa di Castiglione, avvenuta nell'anno 1452 (8).

Durante questa circostanza, i Catellini ebbero il grande privilegio di ospitare l'illustre Arcivescovo di Firenze per tre giorni presso la magnifica Villa di Castiglione, che era stata ampliata e rinnovata nelle sue architetture. La camera in cui il Santo Prelato dormì fu successivamente trasformata in un oratorio pubblico. Grazie all'alto prestigio che la nobile famiglia dei Catellini aveva goduto per molti secoli, sia tra la popolazione che tra i sovrani, ebbero nuovamente l'opportunità di ricevere, poche decine di anni dopo, nella stessa Villa di Castiglione, anche il Sommo Pontefice Leone X. Quest'ultimo, insieme ad altri alti prelati e personalità, si fermò a Cercina per visitare l'immagine miracolosa di Maria Santissima il 13 gennaio 1515, durante il suo ritorno da Bologna. Un documento autentico conservato presso la famiglia conferma questo avvenimento, come riportato dallo studioso L. Cantini nelle sue Memorie sulla Vita di Sant'Appiano e sulle informazioni storiche dei Signori Catilini di Castiglione.

La veduta offerta dal dipinto del Poccetti nel XVI secolo ci mostra un castello in cui sono state apportate modifiche a alcune parti della struttura difensiva, in particolare all'intero lato sud-ovest. Il resto del castello conserva ancora le caratteristiche dell'antica architettura militare, come le merlature e le torri angolari. Questa visione è di grande importanza dal punto di vista storico, poiché ci permette di avere un'idea approssimativa della configurazione architettonica del castello in una data ben documentata. Inoltre, nello stesso dipinto, possiamo osservare lo stato di degrado in cui versavano le strutture del piccolo borgo fortificato di Cercina Vecchia. Sullo sfondo della rappresentazione pittorica si intravedono alcuni resti di ruderi murari, forse appartenenti all'antico castello (9).

Successivamente alla veduta del Poccetti, l'intero complesso del castello subì ulteriori modifiche che cancellarono quasi completamente la sua struttura originaria. Rimangono intatti solo alcuni frammenti di muratura sul lato nord, insieme alle strutture dei sotterranei, sebbene, al momento del rilevamento nel 1976, fossero già in pessime condizioni di stabilità Fig.4 - Veduta lato Nord del Castello - Foto 1976.

L'esame di tali modifiche, sia sotto l'aspetto tecnico di esecuzione (tecnica muraria, materiali da costruzione usati, lavorazione dei particolari in pietra ecc.) che sotto l'aspetto architettonico, fanno ipotizzare una loro realizzazione fra la fine del XVI sec. e la prima metà del sec. XVII. Infatti, è tipica dell'epoca, in Toscana, l'articolazione dell'impianto architettonico che vuole la parte dei servizi (tinaia, cantina ecc.) situata al di sotto della Villa padronale (fattoria), posta in una posizione di preminenza, rispetto a tutto il contesto territoriale ad essa assoggettato, e la sistemazione dello spazio circostante adibita a giardino circondato da muri di contenimento.

Osservando l'area circostante alla costruzione, possiamo notare che attualmente il Castello è accessibile da diverse direzioni. L'accesso ufficiale è costituito da un raccordo delimitato da due file di cipressi e siepi, già presente nelle carte catastali degli inizi del 1900, che collega direttamente l'attuale via "Fontaccia " al piazzale antistante il lato Ovest dell'antico Fortilizio Fig.5 - Viale che conduce al Castello - Foto 1976. L'altra strada per raggiungere il Castello è quella dell'antica "strada comunale di Castiglione " che, inizia dall'attuale "Via delle Palaie", vicino al Ponticello esistente per superare il “Fosso del mulino”. Questa strada percorre metà del perimetro del Castello (lato ovest e sud) e poi, sempre attraverso la via detta di Castiglione, scende, aggirando il poggio omonimo. Successivamente supera il "borro della Palancola " (luogo dove, nei primi anni del 1800, era posizionata una palancola composta da una sola trave di quercia posata su due "pigne" in muratura) e continua con un percorso a mezza costa, passando in successione per i Casali di Sollicciano, Cerretino e Cerretello. Infine, raggiunge la via maestra Bolognese in località Montorsoli (10 ). La terza strada e' rappresentata dalla via del Fondolino", che inizia dalla "via della Docciola", vicino alla Pieve di Cercina. Questa strada costeggia il casale del "Canneto", tocca il Casale omonimo del "Fondolino ", passa davanti alla chiesa di S. Michele a Castiglione e quindi si ricongiunge alla via Comunale precedentemente descritta, proprio di fronte al Castello Fig. 6 - Tratto di strada nei pressi del complesso di S. Michele a Castiglione - Foto 1976.

Di quest'ultimo scorcio di viabilità, che è chiaramente visibile nell'affresco del Poccetti, rimane ancora intatto un breve tratto di fronte al Castello, con la sua originale pavimentazione in lastre di pietra lavorata. Da questo punto, attraverso una piccola porta in ferro ricavata nelle mura esterne di contenimento dell'antico complesso, si accede al piazzale antistante la facciata principale dello stesso.

Parlando della circolazione stradale che coinvolge in modo più ampio i collegamenti tra il fortilizio e i territori circostanti, si può notare l'esistenza di una strada molto antica che collegava la Via Bolognese, già all'epoca un importante itinerario verso le principali città del Centro-Nord, con la pieve di Cercina e il castello di Castiglione.

Il percorso iniziava nella zona di Montorsoli e attraversava il torrente Terzollina, probabilmente utilizzando un guado. Successivamente, passava vicino ai casali "La Bucherella" e "Le Lastrucce" per poi scendere lungo un pendio ripido fino a raggiungere il Torrente Terzolle. Una volta attraversato il torrente, utilizzando un antico ponte in pietra a una sola arcata del X-XI secolo, la strada risaliva sul versante destro del torrente e arrivava al famoso castellare di Cercina Vecchia, continuando poi fino alla pieve di S. Andrea. In seguito, la strada proseguiva fino ad unirsi alla vicina via "della Fontaccia", che presumibilmente seguiva un percorso di epoca romana Fig.7 - Veduta ex Chiesa di S. Margherita a Cercina Vecchia - Foto 1976 .

Questo itinerario, ancora ben delineato nelle Carte Catastali degli anni 1910 e 1916, era il principale collegamento dei territori dell'alta Valle del Terzolle verso la Via Bolegnese, prima della realizzazione della nuova strada cosiddetta della Docciola avvenuta nel periodo compreso tra il 1830 e il 1844 11. In precedenza, i collegamenti trasversali tra i due versanti della Valle del Terzolle erano assicurati da un reticolo di strade vicinali che trovavano i loro punti di confluenza o verso la cosiddetta Via di Castiglione o sul percorso, più antico, descritto sopra, transitante dal ponte alto medievale situato sul Terzolle, che era l'unico punto sicuro di attraversamento del torrente, specialmente durante i rigori dell'inverno Fig.8 - Veduta lato Sud dell'antico Ponte - Foto 1976 ;

Per quanto concerne, invece, gli abitanti dell'alta e media Valle del Terzolle, desiderosi di spostarsi verso le zone di pianura e la città di Firenze, avevano a disposizione diverse strade chiave. Sul versante sinistro del Terzolle, i collegamenti erano concentrati sulla strada di Canonica, mentre sul versante destro si utilizzavano le strade di "Segalari" e di "Serpiolle". In particolare, la via di Serpiolle svolgeva un ruolo essenziale negli spostamenti verso le aree di pianura e Firenze. Questo percorso, che aveva inizio dal Borgo de "Le Panche" e attraversava longitudinalmente l'intera Valle fino alla Chiesa di Ceppeto, presentava una combinazione unica di elementi storici, paesaggistici e antichi, conferendogli un'importanza notevole nella comunicazione tra la pianura fiorentina e la Valle del Terzolle. Questa strada, infatti, ha subito sedimentazioni territoriali nel corso degli anni e la sua presenza è documentata dalle Carte de' Capitani di parte Guelfa del XVI secolo, ma anche da importanti testimonianze storiche lungo il suo tragitto e dalla toponomastica romana dei luoghi attraversati, collegando in sequenza la pieve di S. Stefano in Pane, la chiesa di S. Lorenzo a Serpiolle, la chiesa di S. Silvestro a Ruffignano, la pieve di S. Andrea Cercina e le sue chiese suffraganee di: S. Michele a Castiglione, S. Martino a Bugliano, S. Jacopo a Ceppeto e S. Maria a Starniano.

Analizzando più dettagliatamente le problematiche del castello vero e proprio, possiamo notare che rispetto alla vista descritta dal Poccetti, il castello ha perso completamente le mura di cinta con le relative merlature e almeno 2 torri. Tuttavia, una di queste torri, ricostruita di recente, è ancora visibile nella sua struttura di base. All'interno della torre si trova una piccola cappella dedicata a S. Antonino, con un'immagine in altorilievo del Santo sulla porta e una dedica incisa sull'architrave Fig.12 - Veduta lato Sud del Castello di Castiglione - Foto 1976.

La Villa include un ampio giardino in cui vi trovano posto le aiuole, un pozzo e una grande vasca con pesci, costruita relativamente di recente. Per accedere a questo spazio interno, si può utilizzare il portone d'ingresso di fronte alla Villa o girare intorno alla costruzione dal lato nord, dove le vecchie mura sono in procinto di crollare a causa della negligenza umana. Il lato nord è la parte più antica di tutto il complesso, come dimostrano i materiali utilizzati e le tecniche di costruzione. Nel giardino, su questa ala dell'edificio, sono visibili traccie di antiche mura demolite o naturalmente degradate e crollate. Queste sono sicuramente gli unici resti delle mura di cinta dell'originaria fortezza. L'angolo nord-ovest è protetto contro le frane che da molto tempo minano la stabilità del complesso grazie a un barbacane a forma di tronco di cono che sorregge l'intero angolo, insieme a numerose catene in ferro. Tuttavia, queste misure non possono fare nulla contro il progressivo cedimento Fig.13 - Veduta Nord-Ovest del Castello di Castiglione - Foto 1976. Il lato ovest, che si affaccia sul viale dei cipressi, contiene un avancorpo i cui locali sono attualmente utilizzati come residenza del custode. Inoltre, sullo stesso lato, c'è un'apertura che fornisce un accesso diretto alle stanze principali. E' interessante notare che la disposizione delle finestre sono simili a quelle della facciata principale che guarda verso la valle Fig.14 - Veduta lato Ovest del Castello - Foto 1976 . L'intero complesso si sviluppa su due o tre piani, compreso il piano terra. Le finestre a questo piano sono protette da "inferriate " con una griglia quadrata e sono caratterizzate da una cornice in pietra serena molto ben modellata. Sulla facciata sud, in alto, al centro dei due portoni d'ingresso (di cui uno è quasi completamente tamponato e funge solo da finestra), si trova lo stemma gentilizio dei Catellini, realizzato in pietra serena finemente lavorato, con una dedica e una corona (12) Fig.15 - Stemma dei Catellini in pietra serena con dedica - Foto 1976 . Pure su questo lato e per quasi tutta la sua lunghezza si trova un gradone in pietra forse costruito ad uso di sedile.

Il corpo di fabbrica del castello di Castiglione, situato a Cercina, riveste un'importanza significativa sia per la storia locale che per il suo valore architettonico. La sua pertinenza è ulteriormente accentuata dal contesto paesaggistico che lo circonda. Già negli anni Settanta, durante la nostra rilevazione, era chiaro che l'edificio necessitasse di un intervento di restauro urgente da eseguire con serietà e responsabilità, seguendo rigorosamente i principi della scienza del restauro. È fondamentale definire con cura gli obiettivi di tale intervento. Considerando il degrado che il castello ha sicuramente subito nel corso degli ultimi decenni, riteniamo essenziale intraprendere un’opera di recupero conservativo, finalizzata a tutelare questa preziosa testimonianza storica e il suo contesto ambientale.

L'operazione di recupero architettonico dovrebbe inserirsi all'interno di un progetto più ampio, volto a preservare e valorizzare anche gli aspetti socio-culturali dell'intero contesto circostante, sia dal punto di vista naturalistico che storico. Nella cornice di un più articolato processo di riqualificazione territoriale, è fondamentale tornare a valorizzare i suggestivi percorsi pedonali che caratterizzano il paesaggio. Queste vie storiche non solo conferiscono un'importanza urbanistica all'area, ma contribuiscono anche a creare un'armonia formale e una ricchezza cromatica inconfondibili. La rete di collegamenti, purtroppo in fase di progressiva erosione, rappresenta per la popolazione "urbanizzata" – specialmente in virtù della vicinanza della Valle del Terzolle a Firenze – un'opportunità per riscoprire un contatto diretto con il territorio e le sue architetture storiche. Inoltre, questa rete può supportare nuove forme di vita e di lavoro per le persone che abitano in campagna, come avveniva storicamente. È altrettanto cruciale procedere al recupero e alla manutenzione della rete di corsi d'acqua collinari, nonché alla bonifica degli argini e degli alvei dei numerosi fossi e torrenti che alimentano il Torrente Terzolle. Tali interventi sono fondamentali per preservare la qualità idrica dell'area e per garantire la sostenibilità ambientale del territorio.


2) L'antico Ponte sul Terzolle


Il ponte medievale situato sul torrente Terzolle, vicino alla località di Cercina Vecchia, è costituito da un'unica arcata in pietra con una luce di 9,02 metri a monte e 9,10 metri a valle. Ha una larghezza totale di 2,95 metri e la volta è riconducibile ad un arco zoppo policentrico a 3 centri. Questo ponte, risalente all'X-XI secolo, ha una conformazione a schiena d'asino con una pendenza delle due parti inclinate laterali di circa il 10%, il che lo ha reso inadatto al transito con carri.

Fig.8a - Prospetto Lato Nord Ponte sul Terzolle - Foto 1976

Per renderlo più adatto ai nuovi mezzi di trasporto, in epoca remota, furono innalzati i piani stradali di accesso al ponte con riempimento di terra e sassi per attenuare la "schiena d'asino" e facilitare il passaggio. L'opera ha rappresentato per molti secoli l'unica possibilità stabile di superamento del torrente Terzolle. Solo in epoca ottocentesca l'antico percorso stradale facente capo al ponte è stato soppiantato dalle Vie della Docciola e del Molino del Bosi, che sono state oggetto di una radicale ristrutturazione e hanno determinato una più funzionale rete di collegamento per tutto il comprensorio della Valle del Terzolle.

Il ponte si presenta in buono stato di conservazione, con le sue strutture portanti solide e prive di cedimenti statici. Tuttavia, si osservano segni di usura, tra cui la parziale scomparsa dei parapetti laterali e di alcune sezioni della pavimentazione. L'importanza storica e artistica della struttura richiede un intervento di restauro volto a recuperare gli elementi più danneggiati, mantenendo al contempo gli allineamenti originari del vecchio percorso stradale di Cercina Vecchia. Questo ponte rappresenta un simbolo significativo, non solo dal punto di vista storico, ma anche come attrazione turistica per l'alta Valle del Terzolle. La sua preservazione è dunque fondamentale per tutelarne i molteplici aspetti. Tra l'altro la sua esistenza è documentata da disegni acquerellati risalenti all'inizio del XVIII secolo, conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze. Questi disegni offrono una rappresentazione dettagliata del ponte, sia in pianta che in alzato, accompagnata dalla descrizione: "Ponte su Terzolle per la strada che da Montorsoli va a Cercina". Ancor più interessante è una terza illustrazione che mostra esclusivamente il profilo dell'arco, sorretto con una chiara struttura lignea a centina. Caratterizzato da una conformazione "a schiena d'asino", il ponte può verosimilmente essere identificato con quello medievale che attraversa il torrente Terzolle. Questa identificazione è corroborata non solo dalla somiglianza stilistica, ma anche dalla corrispondenza tra le dimensioni riscontrate attraverso i disegni e quelle effettivamente misurate sul ponte attuale.

Fig.8c - Veduta laterale Nord del Ponte medievale sul Terzolle - Foto 1976

Peraltro, la presenza di un documento risalente ai primissimi anni del Settecento, che include una rappresentazione grafica del ponte medievale sul Terzolle, dimostra l'esistenza di un percorso viario che collegava insediamenti storicamente rilevanti, come il borgo fortificato di Cercina Vecchia — uno dei più antichi della valle — e la Pieve di S. Andrea, la cui presenza risale almeno al secolo IX, con la località di Montorsoli, situata lungo la vecchia strada Regia Bolognese. Queste evidenze suggeriscono che il tratto stradale abbia origini molto antiche, risalenti sicuramente almeno all'alto medioevo. Inoltre, ciò avvalora anche l'ipotesi dello storico Johan Plesner, il quale sosteneva che esistessero antiche strade, tra cui la via vecchia di Cercina, in grado di collegare la Consolare Cassia, che transitava nei pressi di Rifredi, con le principali vie di comunicazione dirette verso il Nord.

3) Documentazione Storico Fotografica della Valle

Fig.7a - Lato Valle della ex Chiesa di S. Margherita a Cercina Vecchia - Foto 1976

Fig.7b - Veduta panoramica dell'insediamento di Cercina Vecchia - Foto 1976

Fig.8d - Veduta planimetrica del Ponte sul Terzolle - Foto 1976

Fig.9 - Pianta e Profilo della Strada della Docciola Sezione 1 - A.S.S.F. - Annuali del lavori pubblici 1830/1844 -

Fig.10 - Pianta e Profilo della Strada della Docciola Sezione 2 - A.S.S.F. - Annuali del lavori pubblici 1830/1844 -

Fig.11 - Pianta e Profilo della Strada della Docciola Sezione 3 - A.S.S.F. - Annuali del lavori pubblici 1830/1844

Fig.13 - Veduta Nord-Ovest del Castello di Castiglione - Foto 1976

Fig.16 - Veduta del Castello di Castiglione dall'alto - Foto 1976

Fig.17 - Veduta del prospetto del lato Ovest della colonica di Cercina Vecchia - Foto 1976

Fig.18a Veduta dei lati Sud-Est della casa colonica di Cercina Vecchia - Foto 1976

Fig.18b - Disegno del prospetto del lato Est della Casa colonica di Cercina Vecchia 1976

Fig.18c - Disegno del lato Ovest della casa colonica di Cercina Vecchia 1976

Fig.19 - Pianta Geometrica Catastale della Via della Docciola nei pressi della Stazione di Montorsoli

Fig.20 - Veduta Valle del Terzolle (disegno a china su carta lucida Archh. E.Confalonieri e A. Materassi)


Referenze Fotografiche