In prossimità della frazione Montegiove, nel Comune di Montegabbione (Terni), si trova il suggestivo
complesso architettonico chiamato 'La Scarzuola'. Esso è composto da un nucleo storico religioso, che
include la chiesa e l'annesso convento
Secondo quanto riportato dalle cronache dell'epoca e dalle varie testimonianze storiche,
si ritiene che San Francesco d'Assisi abbia vissuto in questa zona, e che il nome del luogo
derivi dalla pianta palustre chiamata “
L'antico insediamento religioso, risalente al XIII secolo, nonostante la sua
modesta rilevanza artistica, ha una grande importanza storica. Nel corso del tempo,
ha subito pesanti interventi di ristrutturazione che hanno modificato sia la sua
configurazione esterna che la disposizione
Nella parte antistante il complesso religioso si può ammirare un piacevole cortile con muri di cinta sormontati da tabernacoli
ottocenteschi che rappresentano le stazioni della Via Crucis.
Nel 1956, l'eclettico architetto Buzzi acquisì La Scarzuola e intraprese un'ulteriore opera di recupero architettonico del complesso conventuale e della chiesa, apportando probabilmente nuovi cambiamenti rispetto alla struttura precedente. Successivamente, fu realizzato un piano di trasformazione dei giardini circostanti, creando spazi verdi fantastici dominati da siepi di bosso, statue e pergolati.
Una volta terminati i lavori, l'architetto talentuoso, che ha all'attivo non solo
la progettazione di importanti strutture architettoniche nazionali e internazionali,
ma anche un significativo impegno nel campo del design e dell'urbanistica, oltre a
dimostrare eccellenti abilità nel disegno, si dedica principalmente alla realizzazione
di un nuovo complesso architettonico nelle immediate vicinanze dell'insediamento storico
della Scarzuola. Questo complesso sarà chiamato “
Prima di immergersi in questa magica realtà, le cui estensioni si sviluppano nell'intero
parco della Scarzuola, bisogna attraversare inizialmente il giardino conventuale fino
ad arrivare al piccolo “
Attorno al nucleo principale dell'Acropoli sorgono altri edifici, diversi nella forma e nel loro significato simbolico,
che insieme a tratti di mura delimitano l'intera fascia perimetrale della cittadella. Tra questi si possono notare la
Torre del tempo con i due orologi, uno dei quali privo delle ore e contrassegnato da un uroburo con una forma
a spirale che simboleggia la ripetizione ciclica del
Proseguendo il percorso, al di fuori delle mura si scende fino a raggiungere una grande balena di pietra con le fauci aperte, che evoca il ricordo
biblico di Giona e simboleggia il momento della morte e della rinascita, che è l'essenza di ogni rito di iniziazione.
Successivamente, attraverso un percorso obbligato sempre in discesa, si passa all'interno della cosiddetta “
Il complesso di La Scarzuola, creato dall'architetto milanese Tomaso Buzzi, rappresenta un'opera architettonica unica e complessa.
Questo testo evidenzia alcuni aspetti significativi dell'opera e del suo contesto culturale.
L'obiettivo principale di Buzzi è stato quello di mantenere la sacralità del luogo, che è strettamente legata alla figura mistica
di San Francesco d'Assisi. Allo stesso tempo, ha voluto creare un organismo architettonico che rappresentasse se stesso, concentrandosi
sul tema del teatro inteso come luogo iniziatico e metafora. In questo spazio convergono archetipi dell'immaginario collettivo, rimandi
simbolici e mitologici.
L'autore dell'opera ha definito La Scarzuola come l'espressione più autentica e definitiva del suo mondo ideale.
L'opera è stata interpretata in gran parte secondo i canoni formali dell'architettura neo-manierista,
L'importanza di quest'opera non risiede solo nell'aspetto architettonico, sebbene sia apprezzabile l'effetto scenico e paesaggistico.
La sua valenza va valutata principalmente in relazione alla sua natura autobiografica. L'architetto milanese ha voluto consacrare
questo monumento, di chiara matrice esoterica, come espressione del suo spirito e del suo lavoro.
[4]
Come nelle epoche storiche precedenti, anche in questa circostanza gli elementi dell'arte dell'edificare sono stati utilizzati
per esprimere concetti di azioni spirituali, rituali e iniziatiche, come si può trovare testimonianza nella Libera Muratoria.
Ciò conferma l'idea che l'architettura abbia sempre avuto una valenza esoterica intrinseca nella sua natura cosmologica e
sapienziale, che si manifesta più o meno esplicitamente a seconda di come il progettista interpreta tale concetto.
La città ideale, rappresentata dalla Scarzuola, è descritta come una metafora complessa della vita e del mondo. Può essere
interpretata da diverse prospettive, sia materiali che spirituali. Gli occhi terreni possono vedere la città idealizzata come
un insieme di moduli e simboli architettonici, mentre gli occhi dell'anima possono scrutare oltre la dimensione fisica e
comprendere la sua profondità simbolica
L'architetto, Buzzi, ha dato sfogo alla sua vena artistica attraverso uno stile unico che si manifesta negli edifici e negli
ornamenti, come la Torre dell'orologio, la Torre della meditazione, la Grande madre e molti altri. Gli elementi decorativi,
come le api sulla facciata del Teatro delle Arnie, la clessidra dorata accanto alla fontana del leone, il compasso alato e le
banderuole a forma di stella sul tempio di Apollo, mostrano la fusione tra le qualità creative dell'architetto e quelle del designer.
L'uso diffuso del colore dorato nelle decorazioni potrebbe simboleggiare la luce interiore
a cui ogni Libero Muratore dovrebbe aspirare. La componente sacrale del luogo, legata alla
presenza mistica di San Francesco d'Assisi, si combina con un significato esoterico nella
nuova cittadella. Il simbolismo contenuto in essa porta alla riflessione sul mistero della
vita e dell'Universo, stimolando la ricerca della verità. Il concetto del sacro è presente
anche nella massoneria, poiché non può ignorare la scintilla divina che anima l'essere umano
e lo spinge verso dimensioni superiori alla materialità.
L'intera realtà della Scarzuola, come immaginata da Buzzi, rappresenta un'operazione intellettuale
efficace, priva di scopi utilitaristici. È un luogo in cui tutto è mentale, in cui l'artista è
riuscito a combinare abilmente il messaggio cristiano, radicato nel territorio, con la tradizione
iniziatica. La continuità ideale dell'intero complesso trova una sintesi logica nel
Se si vuole azzardare qualche parallelismo con la Ritualità
massonica, la composizione teatrale della Scarzuola, nella sua
complessa articolazione, può essere identificata, in qualche
misura, nella rappresentazione didascalica del secondo viaggio
simbolico che il candidato compie durante il passaggio al grado di
“compagno” Libero muratore, quale aspetto esaltante
dell'architettura e di coloro che hanno innalzato i grandi monumenti
dell'antichità.
Inoltre, nella parte anfiteatrale della Scarzuola, che costituisce il centro pulsante dell'intero
complesso architettonico, si riconoscono alcuni elementi simili a quelli di un tempio massonico.
Si menziona la presenza “dell'
Il percorso all'interno del labirinto, con i suoi simboli contrastanti di vita e morte, rappresenta un viaggio
che conduce al centro, al luogo sacro che esprime la speranza di una rinascita a nuova vita. Questa eredità
simbolica del labirinto è stata riscoperta nel panorama artistico del Novecento, in cui il mito del labirinto
è diventato il simbolo delle profondità insondabili dell'inconscio e ha trovato interpretazioni nell'epoca moderna,
inclusa l'opera del creatore della Scarzuola, Tomaso Buzzi. La Scarzuola stessa, con la sua complessità, viene
descritta come un labirinto magico e surreale ricco di allegorie e simboli alchemici e massonici. Questi
simboli rappresentano un percorso di purificazione dell'uomo e prefigurano una nuova dimensione esistenziale
come superamento dello stato contingente.
Nello stesso contesto anfiteatrale, si fa riferimento ai simboli del sole e della luna, rappresentati rispettivamente
sui palcoscenici in bianco e nero. Questi colori rappresentano la dualità presente nell'universo, con il bianco che
rappresenta la totalità della gamma cromatica e il nero che rappresenta la sua completa mancanza. I simboli del sole e
della luna, collocati ai due lati dell'asse del mondo, hanno rappresentato per l'uomo la duplicità della natura, con
il sole che simboleggia la luce, il calore e la vita, e la luna che simboleggia la luce riflessa, il principio negativo
e la morte rituale.
In sintesi, il brano suggerisce che la composizione teatrale della Scarzuola possa essere vista come un possibile
parallelismo con la ritualità massonica, presentando elementi simbolici che richiamano l'architettura, i monumenti
antichi e i concetti di purificazione e rinascita.
L'emerito cattedratico ha creato nella sua cittadella un'opera architettonica che riflette una concatenazione di
riferimenti simbolici e allusioni tratte dalla tradizione esoterica e non. La presenza di statue, mostri, bassorilievi
e sculture surreali, insieme alla riproduzione di edifici archetipici dell'antichità classica e di epoche successive,
fornisce una base per l'emozionante esperienza dei visitatori che si trovano immersi in un ambiente in cui si mescolano
spazi aperti che fungono da palcoscenici per la riflessione e l'interrogazione su molteplici aspetti simbolici.
Attraverso la sua cittadella, il Buzzi ha voluto creare una "mappa" artistico-iniziatica in cui la trasmutazione alchemica
dell'individuo, ovvero il raggiungimento della Grande Opera ermetica, è alla base della rigenerazione del mondo secondo
la visione e i sogni dell'artista. L'opera architettonica fa metaforicamente riferimento a un processo di ascesi spirituale
o di elevazione dell'uomo verso l'illuminazione e la connessione con il macrocosmo universale. L'universo viene inteso come
amore verso il prossimo, come libertà nella ricerca senza confini e come un'entità trascendentale a cui l'iniziato deve
avvicinarsi per ritrovare la sua vera essenza.
La cittadella “
"ideale" è stata concepita per comunicare con veri iniziati e non con il pubblico generale, poiché
la maggioranza delle persone manca della predisposizione interiore per comprendere la vita propria che i simboli rappresentano.
[9]
Ciò crea un'idea elitaria dell'opera d'arte, che va in
contrasto con la concezione comune secondo cui l'arte è un mezzo di comunicazione, costruzione, istruzione e non dovrebbe essere un ambito intellettuale
riservato a pochi. A causa del suo carattere elitario, il complesso architettonico della Scarzuola non fu accolto positivamente dall'establishment
culturale e accademico dell'epoca, che tendeva a emarginare Tomaso Buzzi dal panorama artistico italiano, nonostante i suoi indiscutibili meriti.
[10]
Tuttavia, è innegabile che Tomaso Buzzi sia stato in grado di combinare il messaggio francescano con la spiritualità delle istanze massoniche,
rispettando la tradizione del luogo. La Scarzuola diventa così un luogo di fratellanza e riflessione per tutti coloro che hanno buona volontà,
superando ogni distinzione tra la sacralità e l'esoterismo. L'unica forma d'arte che può essere considerata profana è quella che nasce da
un'ispirazione puramente individuale, distante da ogni tradizione simbolica, iniziatica e religiosa.
Arch. A. Materassi
1]Biografia
a cura di Paola Tognon
-
Tomaso Buzzi,
nasce a Sondrio il 30 Settembre 1900 da ricca famiglia della
Valtellina e muore a Rapallo nel 1981 – L'opera
dell'architetto, artista e designer Tomaso Buzzi, rappresenta uno
dei capitoli più interessanti ed ancora meno studiati della
storia delle arti visive del XX secolo. 2]
-Surreale Scarzuola, a cura di Cecilia Martino, 19.11.2004
–
“
-La scarzuola si configura come un assemblaggio di forme e architetture
sviluppatesi per generazione spontanea, come una grande opera
globale sempre aperta, mai finita, in cui elementi del passato si
sovrappongono a quelli del presente e del futuro possibile, come
stile dominante, il neo manierismo, evidente nell'uso-abuso di
scale, sproporzioni volute, mostri, e nel suggerire percorsi
labirintici, geometrici, persino astronomici.”
3]
–
-La Scarzuola, ovvero, “opera classica, medievale, rinascimentale,
manieristica, e anche, perché no, decadente” (a cura
di Silvia Mantovani), cosi
come riportato alla nota 7 della pag. 64 – “ Non
è ancora stato studiato il presente rapporto tra la poetica della
Scarzuola e la Massoneria, benché più volte e in più
luoghi ricorrano i simboli che a questa, più o meno,
esplicitamente, richiamano. Si tratta, è vero, spesso di elementi
di una simbologia archetipica universale (il compasso e la squadra
come misura del mondo, il cammino iniziatico come percorso verso
l'illuminazione, il tempio come luogo del divino, l'architettura
gotica come opera basata sulla simbologia alchemica, ma anche sul
lavoro dei liberi muratori eccetera ..) ma sembra strano che la
volontà progettuale del Buzzi li abbia riuniti qui per
semplice coincidenza.” 4]-op.cit.
alla nota (3), pag. 63 – “Qui
si mescolano elementi sacri e profani, spiritualità e
mistero, sapienza e follia, come strade parallele per raggiungere l'illuminazione del divino. Qui, per quasi venti anni, Buzzi scriveva
la sua “autobiografia di pietra”, realizzando la sua
personale utopia di “oasi di raccoglimento, di studio, di
lavoro di musica, di silenzio, di grandezza e di Miseria, di vita
sociale e di vita eremitica, di contemplazione e solitudine, regno
della fantasia, delle Favole, dei Miti, Echi e Riflessi fuori del
tempo e dello spazio, perché ciascuno ci può trovare
echi di molto passato e note dell'avvenire”.
(Vedi
in proposito anche Enrico Fenzi, Tomaso Buzzi – Lettere
Pensieri Appunti 1937-1979, Silvana Editoriale, Milano 2000, pag.
71) 5]
-Esoterismo
e fascismo: storia,
interpretazioni, documenti di Gianfranco De Turris, Edizioni
Mediterranee, anno 2006- Il
caso di Giancarlo Maroni, l'architetto massone del Vittoriale -
Esoterismo
e Architettura moderna
di Carlo
Fabrizio Carli,
pag. 318: “A
dire il vero, c' è anche un'altra figura di architetto, più
o meno coeva di Maroni, che dimostrò forte disposizione per l'esoterismo, e questa risponde al nome
di Tomaso
Buzzi.”
........ “Nell'immediato dopoguerra, ridotti gli impegni
professionali, l'architetto acquistò in Umbria, in provincia di
Terni, La Scarzuola, un antico convento francescano, che trasformò
nella propria residenza, realizzando accanto quello che aveva
costituito il sogno della sua vita. Ovvero un complesso
architettonico fantastico e dalle forti valenze esoteriche, sospeso
tra il parco e l'acropoli sapienziale, con tanto di ideazioni dalla
titolazione eloquente:
La Barca delle anime, la Balena di pietra, la Torre della Disperazione, la scala della Vita, il Tempio di Eros, il Pozzo della
Meditazione, il Teatro delle Api, il Termitaio.”
6]
– -La
Scarzuola, ovvero, “opera classica, medievale, rinascimentale, manieristica, e anche, perché no, decadente” (a cura di Silvia Mantovani),
pag. 67. “ La scena architettonica,
diventa metafora del teatro della vita, del mondo come teatro, che può essere semplicemente visto con occhi terreni, oppure guardato con gli occhi
dell'anima, e infine capito, con il terzo occhio della consapevolezza illuminata
.”
7]
-Rituale e Istruzioni – Per il compagno libero muratore
,
Gran
Loggia D'Italia,
Obbedienza
Piazza del Gesù,
pagg. 29, 30 e 31 “ L'Architettura, la più nobile fra
le arti manuali, è la scienza della quale i saggi dell'antichità
si sono serviti per esprimere la bellezza. Questi saggi furono i
nostri illustri predecessori che ci trasmisero il titolo di Massone
del quale tanto ci onoriamo.” ........... - “Caino
costrui una città chiamata Enoc; Noè fabbricò l'Arca
nella quale si salvò durante il diluvio universale; Nemroth costrui
la Torre
di Babele
e pose le prime fondamento di Babilonia; il Maestro Hiram fu
costruttore del Tempio
di Salomone;
Piteo edificò nell'Asia Minore il tempio di Minerva a Priene:
Dedalo costruì a Creta il famoso labirinto;
Vitruvio fu il più famoso architetto dei Romani.”
........ “Così per citare i più conosciuti, lo stile
egiziano ci fa ammirare le Piramidi,
le colonne e le rovine del Tempio di Karnak; lo stile greco il
Partenone
in Atene; lo stile arabico l' Alambra a Granata; lo stile Romano l'Arco
di Tito
ed il Colosseo;
lo stile bizantino Santa Sofia a Costantinopoli; lo stile ogivale
Notre Dame di Parigi.” .......... “Queste città
innalzarono templi agli Dei: il primo di tali templi fu dedicato ad
Apollo,
il secondo a Diana.” 8]
-op. cit. alla nota (3 ), pag. 70 - “ Su
tutto domina il terzo occhio, il sesto chackra che è posto al
centro della fronte ed è il luogo dell' intuizione e della
conoscenza dell'intimità delle cose, e che Buzzi sosteneva
fosse requisito proprio degli architetti.” 9]
-Enrico
Fenzi (a cura di) – Tomaso Buzzi. Lettere Pensieri Appunti
1937-1979, Silvana Editoriale, Milano 2000, pag.89
- Albuzziana deve rimanere “ misteriosa,
perché incomprensibile ai più, senza il mio commento
(...), deve essere letta, capita solo dagli << Unhuppy feww>>,
cioè dagli spiriti rari, d'elezione, che mi sono congeniali,
<< i pochi infelici eletti>>.”
Il
cammino che porta alla consapevolezza, infatti, è lungo e faticoso,
non è per tutti, e non per tutti uguale e solo pochi iniziati
possano tentare di conoscerlo. Così
come riportato a pag. 68, dell'opera citata alla nota (3).
10]
Antonio Tombolini –
-(Tomaso Buzzi e la Scarzuola, storia di una censura in atto). “ Nel frattempo
sgomento di fronte a quest'opera, l'establishment culturale e accademico immediatamente e come un sol uomo emargina
Tomaso Buzzi e le sue stramberie. A costoro, che gli chiedono sapere
di come un architetto serio ed importante come lui possa lasciarsi
andare a certe cose, Buzzi risponde. Quando
sono con voi sono vestito, e in cravatta; quando sono alla Scarzuola
sono nudo, e questo non potete sopportarlo.”